C’è davvero bisogno di questa iniziativa? L’acqua potabile in Svizzera non è di qualità impeccabile?
La produzione di acqua potabile al naturale, che ancora è la normalità in Svizzera e che ci consente di mettere oggi a disposizione il 70% dell’acqua potabile senza ulteriori trattamenti, è in pericolo. La situazione è allarmante e l’approvvigionamento di acqua potabile svizzera è in pericolo data l’agricoltura industriale e le sue conseguenze, quali
l’uso eccessivo di pesticidi,
le eccessive emissioni di ammoniaca a seguito di importazioni di mangimi a livelli record per gli allevamenti animali industriali,
il pericoloso uso preventivo e regolare di antibiotici in allevamenti intensivi.
Nei nostri fiumi sono stati misurati fino a 128 pesticidi, in alcuni casi in concentrazioni superiori al limite di 0,1 μg / l. Ogni quinto punto di misurazione dell’acqua potabile ha già un contenuto di pesticidi e dei loro prodotti di degradazione che è superiore al valore limite. Nelle aree coltivate in modo intensivo, delle concentrazioni eccessive sono misurate presso il 70% dei punti di misurazione.
Ma invece di rafforzare finalmente la protezione delle acque e quindi implementare veramente la nostra legge, il Governo Federale vuole aumentare i valori limite per la maggior parte dei pesticidi nelle acque di superficie! Per il glifosato, il limite doveva in prima essere aumentato di 3600 volte, da 0,1 microgrammi a 360 microgrammi per litro. Secondo le ultime informazioni nella trasmissione «Rundschau» il valore limite verrà aumentato di 100 volte «solamente». Questo dice tutto sulla natura «scientifica» dei nuovi valori limiti per i pesticidi. Quali valori limiti andranno veramente in vigore si saprà nei prossimi mesi.
Troppo letame e ammoniaca a causa dell’importazione di foraggio
La Svizzera importa 1,2 milioni di tonnellate di mangime all’anno per sfamare l’esagerato numero dei suoi capi di bestiame. Il 50% della carne svizzera e il 70% delle uova e del pollame svizzeri sono prodotti con questo mangime importato. Il mangime importato porta ad elevate eccedenze di nutrienti sotto forma di letame e ammoniaca. Questi eccessi di nutrienti portano a concentrazioni eccessive di nitrati in molte riserve di acqua potabile. Il nitrato viene considerato cancerogeno.
La Svizzera causa con il suo allevamento intensivo le emissioni di ammoniaca più alte d’Europa (riferite alle aree coltivate). Così viola sia la legge ambientale svizzera sia gli accordi internazionali. L’ammoniaca è un gas molto pungente, incolore, idrosolubile e tossico. 2/3 degli input totali di azoto atmosferico in Svizzera provengono dalle emissioni di ammoniaca. 1/3 proviene da trasporti, industrie e le economie domestiche. Il 95% di queste emissioni di ammoniaca provengono dall’agricoltura – e il 90% di esse dall’allevamento di bestiame. Il gas ammoniaca – che contiene azoto – porta all’acidificazione ed eutrofizzazione dell’acqua, del suolo e delle foreste. Distrugge la biodiversità, danneggia l’ambiente ed i polmoni umani tramite il pulviscolo atmosferico. In molte sorgenti d’acqua potabile porta a concentrazioni di nitrati eccessive. Il nitrato è considerato cancerogeno.
Antibiotici
Oltre che dai mangimi importati, l’allevamento intensivo in Svizzera dipende da decenni anche dagli antibiotici. Sono circa 17 milioni di capi gli animali da fattoria che vivono permanentemente in Svizzera. La maggior parte del bestiame è allevato in vere e proprie fabbriche animali, in condizioni e con un livello di produzione per niente consoni alla loro natura. Senza antibiotici usati a tonnellate una produzione animale così intensiva non sarebbe possibile.
Gli antibiotici cosi largamente utilizzati giungono nei campi attraverso il liquame ed il letame e da lì nelle falde acquifere. Cosi promuovono l’emergere di batteri resistenti agli antibiotici. La Commissione Federale per la sicurezza biologica ha definito questi batteri essere «la più grande minaccia per la salute della popolazione in Svizzera». Nella medicina umana non si potranno più curare infezioni gravi, non eseguire più trapianti, chemioterapia e interventi chirurgici se sempre meno antibiotici efficaci saranno a portata di mano. Questo ci porterebbe indietro di 100 anni, indietro nel tempo a quando gli antibiotici non erano ancora disponibili. I batteri resistenti si diffondono attraverso le acque di superfice, il cibo, l’aria e l’acqua potabile.
Ciononostante, in Svizzera gli antibiotici possono continuare a essere utilizzati in modo profilattico nell’allevamento di bestiame, e vengono persino usati anche antibiotici di riserva.
L’iniziativa stessa mette in pericolo la sicurezza alimentare rendendoci più dipendenti da importazioni dall’estero?
No. L’agricoltura svizzera dipende oggi in forte misura dalle importazioni di mezzi operativi dall’estero quali i foraggi, i pesticidi, gli antibiotici, il petrolio etc. Se le frontiere venissero chiuse, la nostra agricoltura crollerebbe del tutto. Questo è esattamente l’opposto della sicurezza alimentare.
Per produrre una sola caloria alimentare, oggi l’agricoltura svizzera ne importa due! L’uso coerente dei sussidi governativi per una produzione alimentare senza pesticidi e rispettosa dell’acqua ridurrebbe la dipendenza dell’agricoltura svizzera dall’estero in maniera massiccia. Un’agricoltura orientata all’ecologia è la migliore assicurazione per mantenere la fertilità del suolo, la biodiversità e la qualità dell’acqua potabile e anche per prevenire il cambiamento climatico.
Al contrario, l’attuale produzione iperintensiva e mirata a una produzione massima fa danni al terreno, all’ acqua, alla biodiversità e al clima e quindi alla produzione alimentare futura. L’iniziativa aiuta a ripristinare dei suoli sani con alta resilienza e la capacità di trattenere l’acqua, perché questa è la base e la migliore assicurazione per la nostra sicurezza alimentare.
Potremo già ridurre la nostra dipendenza dall’ estero già notevolmente se riducessimo lo spreco di cibo (30 – 50%). Se sprecassimo meno cibo, potremmo anche compensare le diminuzioni dei raccolti, che possono verificarsi nella transizione verso un’agricoltura senza pesticidi.
Il calo dei raccolti nella transizione verso una produzione senza pesticidi è anche dovuto al fatto che i metodi di produzione ecologici sono ancora troppo poco studiati. Con l’aumento degli investimenti nella ricerca in questo campo, si scopriranno metodi e misure con lo scopo di migliorare le rese dell’agricoltura biologica. Anche questo è una rivendicazione dell’iniziativa!
Il cibo diventerà più costoso a causa dell’iniziativa?
I costi di produzione non sono la vera causa degli alti prezzi dei prodotti alimentari in Svizzera. Essi dipendono dagli alti margini di copertura dei grandi distributori. L’iniziativa non può purtroppo influenzare questi margini dei principali distributori. Ma con una produzione senza pesticidi, il cibo diventa più sano, non più costoso!
E, se l’agricoltura convenzionale dovesse pagare per il danno conseguente alla sua produzione, che, secondo i calcoli di Avenir Suisse, ammonta a 7,9 miliardi di franchi all’anno, i suoi prodotti sarebbero molto più costosi di quelli prodotti in modo sostenibile.
Ciò dovrebbe essere mostrato alla popolazione invece di minacciare l’aumento dei prezzi, complicando o bloccando così la via verso una produzione alimentare più sostenibile.
Ci saranno agricoltori che rinunceranno ai sussidi diretti per produrre ancora più intensamente?
Già oggi l’agricoltura, con miliardi di sussidi, non raggiunge i suoi obiettivi ambientali e viola le leggi in materia di protezione delle acque e dell’ambiente. Le leggi esistenti devono comunque venire rispettate con o senza sussidi. L’agricoltura deve quindi obbligatoriamente proteggere l’ambiente già solo per legge. Tutti i piani d’azione sviluppati dalla Federazione, come ad esempio il «Piano d’azione dei prodotti fitosanitari», o la «Strategia nazionale resistenza agli antibiotici» o il «Piano d’azione sulla biodiversità» sono vincolanti per tutte le aziende, indipendentemente dal fatto che vogliano o no i pagamenti diretti.
Rispetto all’agricoltura europea, che è già una delle più intensive al mondo, l’agricoltura svizzera ha già un’intensità di produzione enormemente elevata. Un’ulteriore intensificazione (più uso di mangimi concentrati, pesticidi, numero di animali più elevato, più antibiotici profilattici, ecc.) sarebbe incompatibile con le leggi ambientali esistenti.
Cosa intende l’iniziativa per «produzione esente da pesticidi»?
Per «produzione esente da pesticidi» si intende la produzione di alimenti senza pesticidi chimici di sintesi. Le sostanze utilizzate in agricoltura biologica non rientrano nell’iniziativa.
Invece che a livello nazionale i pesticidi verranno quindi usati all’estero?
Sia nel nostro paese sia all’estero possiamo fare a meno dell’uso di pesticidi. Da decenni ormai, migliaia di agricoltori producono alimenti in linea con l’iniziativa sull’acqua potabile – senza usare pesticidi di sintetici tossici. Con l’approvazione dell’iniziativa sulla sovranità alimentare dell’Associazione degli agricoltori svizzera, nel 2017 è stato iscritto nella Costituzione Federale che le relazioni commerciali debbano essere sostenibili. Importando cibo prodotto in modo sostenibile, la Svizzera ha ora più che mai una grande influenza su come il cibo viene prodotto all’estero. Di conseguenza, può contribuire a ridurre l’uso di pesticidi aldilà della frontiera Svizzera. Il commercio ed i consumatori hanno comunque da sempre potuto scegliere che anche gli alimentari importati provengano da una produzione sostenibile.
Sono affidabili le verifiche delle sostanze attive per i pesticidi?
Solamente tra il il 1° gennaio 2005 e il 1° gennaio 2020 sono stati ritirate dal mercato svizzero 154 sostanze attive per i pesticidi precedentemente approvate. Parte di esse hanno causato danni alla salute umana o all’ambiente, e questi danni vengono sopportati dalla popolazione.
L’ultimo esempio, che si spera presto sarà sulla lista dei pesticidi ritirati: la sostanza insetticida «chlorpyrifos». Essa ha un effetto negativo sullo sviluppo del cervello e sull’intelligenza di feti e bambini ed è sul mercato in Svizzera da 12 anni!
Un altro esempio: il glifosato, sostanza molto controversa in tutto il mondo e considerata «probabilmente cancerogena» secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Una nuova ricerca dimostra: «Il glifosato disturba la flora intestinale delle api». La ditta Monsanto ha pure brevettato il glifosato come antibiotico negli anni ’70. Il glifosato è quindi noto come una sostanza antibiotica-efficace e agisce non solo contro i batteri, ma anche contro i funghi. La biologa Brigitta Kurenbach dell’Università di Canterbury in Nuova Zelanda ha scoperto che i batteri possono produrre resistenza agli antibiotici a causa del glifosato. Il Consiglio Federale sta considerando la rinuncia al glifosato.
Con l’iniziativa voremmo porre fine a tali situazioni insostenibili. Per decenni, migliaia di agricoltori hanno prodotto cibo in linea con l’iniziativa – senza pesticidi chimici-sintetici velenosi – essi ci indicano il cammino verso il futuro.
Aumentare i valori limite dei pesticidi invece di applicare le leggi sull’acqua e sull’ambiente
Ma invece di rafforzare finalmente la protezione delle acque e quindi implementare veramente la nostra legge sulla protezione delle acque, il Governo Federale vuole aumentare i valori limite per la maggior parte dei pesticidi nelle acque di superficie! Per il glifosato, il limite doveva in prima essere aumentato di 3600 volte, da 0,1 microgrammi a 360 microgrammi per litro. Secondo le ultime informazioni nella trasmissione «Rundschau» il valore limite verrà «solamente» aumentato di 100 volte. Questo dice tutto sulla natura «scientifica» dei nuovi valori limiti per i pesticidi. Quali valori limiti andranno veramente in vigore si saprà nei prossimi mesi.
Questi aumenti dei valori limite previsti sono una licenza gratuita all’agricoltura di utilizzare più pesticidi e violare il principio di precauzione.
Perché i mangimi importati fanno danni all’ambiente e alla nostra salute?
Le fabbriche di animali da ingrasso che dipendono dalle importazioni di mangimi causano immensi danni ambientali e alla salute umana. Il problema più grande della sovra-importazione di mangimi dall’agricoltura svizzera è che gli animali non sono più tenuti dove il loro cibo cresce e quindi i cicli di nutrienti sono interrotti.
I mangimi importati in Svizzera comportano eccedenze di nutrienti elevate sotto forma di letame e ammoniaca. Queste eccedenze di nutrienti sono carenti nei paesi produttori di mangimi e quindi grandi quantità di fertilizzanti artificiali devono essere impiegati all’estero.
L’ammoniaca è un gas che contiene azoto. Esso acidifica e eutrofizza le acque e danneggia il terreno e la foresta. Inoltre nuoce sia alla biodiversità sia al clima ed ai polmoni umani e porta a concentrazioni eccessive di nitrati nell’acqua potabile. Il 95% di tutte le emissioni svizzere di ammoniaca proviene dall’agricoltura, e il 90% di esse dagli allevamenti. In Svizzera un terzo delle emissioni di azoto atmosferico provengono dai trasporti, dall’industria e dai nuclei familiari. Ben due terzi dell’azoto atmosferico invece provengono da emissioni di ammoniaca!
Noi che cosa possiamo fare?
Produrre carne e uova dove cresce il mangime per gli animali è naturale! Quando l’alimentazione e la concimazione coinvolgono gli stessi terreni, allora il ciclo naturale viene ripristinato. Questo, insieme alla riduzione dei trasporti di mangimi evita o riduce molti problemi ambientali. Anche i costi del trasporto si riducono in modo significativo, perché per esempio per produrre 1 chilo di carne di manzo, occorrono 7 chili di mangime.
La Svizzera può anche provvedere che i produttori esteri rispettino regole di produzione simili a quelle svizzere. Già oggi questo è possibile:
– Il Consiglio federale può già oggi regolare, limitare o vietare l’importazione, il transito e l’esportazione di animali e prodotti animali se lo ritiene pertinente per motivi di protezione animale. (Articolo 14 della Legge sulla protezione egli animali).
– L’iniziativa sulla sicurezza alimentare presentata dall’Unione svizzera degli agricoltori e accettata dalla maggioranza della popolazione richiede che “le relazioni commerciali transfrontaliere contribuiscano allo sviluppo sostenibile dell’industria agricola e alimentare, nonché a una produzione alimentare adattata alle risorse e al terreno”. Costituzione Art. 104a.
– Migros ha promesso ai suoi clienti che a partire dal 2020 verranno importati solo prodotti animali ottenuti secondo gli standard svizzeri. E anche Coop si impegna a garantire che le carni importate provengano da aziende agricole che rispettino la legislazione svizzera in materia di benessere degli animali.
La produzione attuale di latte e carne supera la capacità del nostro pianeta. Dovremmo diminuire il nostro consumo di prodotti animali. A questo proposito, siamo a buon punto, il consumo di carne sta decrescendo!
Mangiare meno carne e prodotti animali è anche conforme alle raccomandazioni dietetiche federali ed è la migliore base per la nostra salute e la sicurezza alimentare, per il clima, le acque e l’ambiente.
Quanta Svizzera c’entra con la carne svizzera?
L’attuale produzione svizzera di carne, latte e uova è fortemente dipendente dall’estero. La Svizzera importa 1,2 milioni di tonnellate di mangime all’anno per sfamare il suo bestiame. Il 50% della carne svizzera e il 70% delle uova e del pollame svizzeri sono prodotti con questo mangime importato. La maggior parte del mangime proviene dal Sud America. Per produrre queste quantità di cereali da foraggio e mangimi di soia, la Svizzera usufruisce di un’area coltivabile all’estero pari a quella del nostro paese. La nostra agricoltura sta progressivamente degenerando in una produzione animale industriale indipendente dal suolo. Il mangime importato genera elevate eccedenze di nutrienti sotto forma di liquame e di ammoniaca. Questi nutrienti mancano nei paesi produttori di mangimi, il che significa che all’estero grandi quantità di fertilizzanti artificiali devono essere usati, mentre in Svizzera non sappiamo più cosa farcene della grande quantità di liquame.
A causa dell’allevamento esagerato di bestiame, la Svizzera è al secondo posto in Europa come produttore di ammoniaca rispetto alla sua superficie. Queste emissioni risultano essere quasi il doppio di quanto è consentito dalla legge: 48’000 tonnellate invece di 25’000 tonnellate. L’ammoniaca acidifica e eutrofizza le acque e danneggia il terreno e la foresta. Inoltre nuoce sia alla biodiversità sia al clima ed ai polmoni umani e porta a concentrazioni eccessive di nitrati nell’acqua potabile. Il 95% di tutte le emissioni svizzere di ammoniaca proviene dall’agricoltura, e il 90% di esse dagli allevamenti.
Le fattorie dovrebbero produrre di nuovo il mangime per i propri animali o regionalmente scambiarsi mangimi e i fertilizzanti naturali. Se l’animale vive dove cresce il suo mangime, questo porta a cicli di nutrienti chiusi.
Qual è il valore nutrizionale del foraggio importato?
L’autosufficienza per il foraggio in Svizzera sembra essere ad un livello elevato – l’85%. Tuttavia, questo numero si riferisce esclusivamente al peso. Il valore nutrizionale è più significativo, poiché il 15% del mangime importato (soia e cereali) ha un valore nutrizionale tale da produrre il 50% della carne svizzera e il 70% delle uova svizzere.
Come mai le fattorie possono continuare a scambiarsi i foraggi?
Perché il testo dell’iniziativa è stato formulato di conseguenza: «…. un effettivo di animali che può essere nutrito con il foraggio prodotto nell’azienda». Questo non significa, secondo l’uso linguistico comune che il bestiame debba per forza essere foraggiato esclusivamente con foraggio prodotto in azienda. Però significa che, in teoria, il produttore deve avere la possibilità di produrre il mangime per i propri animali nella propria fattoria. Se non fosse così il testo avrebbe dovuto specificare che il bestiame «deve essere nutrito con il foraggio prodotto nell’azienda». Con questa espressione nel testo dell’iniziativa, è quindi chiaro che è sempre ancora possibile vendere e acquistare foraggi a livello regionale.
Quanti laghi stanno muorendo a causa dell’allevamento intensivo?
A causa del carico eccessivo di letame, i laghi die Baldegg, Hallwil e Sempach e il lago Greifensee per decenni sono stati artificialmente arieggiati con denaro dei contribuenti (Articolo Tagblatt).
L’iniziativa proibisce l’uso di antibiotici?
No, non lo proibisce affatto. Piuttosto, l’iniziativa richiede che gli antibiotici destinati al bestiame d’allevamento debbano essere usati solo nell’effettivo verificarsi di una malattia e non in modo profilattico e per tutti gli animali contemporaneamente. Già molte aziende si sono adattate a questa richiesta variando il metodo di allevamento.
Sia l’uso profilattico degli antibiotici che il loro uso sproporzionato promuovono la formazione di batteri resistenti agli antibiotici. Questi batteri si diffondono attraverso l’acqua , ma anche attraverso il cibo, l’acqua potabile e persino attraverso l’aria .
Nel 2014 la Commissione federale per la sicurezza biologica ha dichiarato che i batteri resistenti agli antibiotici sono la «più grande minaccia per la salute della popolazione svizzera». Se non facciamo nulla, rischiamo condizioni sanitarie paragonabili a 100 anni fa quando la penicillina non era ancora stata scoperta.
Solo se sono esistono ancora antibiotici efficaci possono ancora essere curate gravi infezioni, somministrata la chemioterapia. Solo con essi possono venire eseguiti trapianti e possono essere affrontate altre procedure chirurgiche. L’iniziativa fornisce qui un contributo importante.
L’uso profilattico degli antibiotici è oggi già vietato per legge?
No. L’uso profilattico degli antibiotici è ancora consentito e continua a essere praticato. La revisione parziale dell’ordinanza del 1° aprile 2016 sui medicamenti veterinari (OMVet) porta purtroppo solo a una limitazione del dispensazione di antibiotici ma non a un divieto.
La vita di un animale da fattoria nella pubblicità: fiaba o verità?
La vita di un animale da fattoria nella pubblicità è una fiaba e non ha nulla a che fare con la realtà.
Non c’è pericolo che l’iniziativa privi molti agricoltori svizzeri dei mezzi di sostentamento?
L’iniziativa non proibisce alcuna forma di produzione. Vincola i sussidi diretti a una prestazione ecologica duratura. Propone anche nuove opportunità e prospettive: molti agricoltori coglieranno l’opportunità di differenziarsi con i loro prodotti ecologici dall’importazione. La «Swissness» viene di fatto incoraggiata dall’iniziativa.
I cambiamenti previsti dall’iniziativa consentiranno agli agricoltori di realizzare una conversione dell’agricoltura svizzera che si attende già da molto tempo. Nello stesso tempo essi rendono più resilienti e migliori i nostri mezzi di sostentamento – il suolo, l’acqua e l’aria – e li proteggono a lungo termine. Su questa base avremo cibo sano privo di pesticidi e acqua potabile pulita.
È probabile che l’iniziativa promuova l’economia svizzera su diversi mercati promettenti e in crescita. Rispetto alla concorrenza internazionale questo è un vantaggio, specialmente in termini di conoscenze scientifiche. Questo viene dedotto dal fatto che l’iniziativa impegna il Governo federale:
– a indirizzare la ricerca, la consulenza e la formazione agricola, nonché gli aiuti agli investimenti, miratamente a una produzione di alimenti che progressivamente faccia a meno di pesticidi e dell’uso profilattico di antibiotici;
– a aiutare le aziende che producono in modo efficiente e sostenibile partendo dalle proprie risorse.
Ciò porta a maggiori ricerche e sviluppi in direzione di una produzione rispettosa dell’ambiente, di una coltivazione di varietà resistenti e della produzione di alimenti puri e di alta qualità. Questo giova alla buona reputazione dell’agricoltura svizzera e di una Svizzera promotrice della scienza.
L’iniziativa potrebbe essa indebolire l’economia svizzera?
Al contrario, è probabile che l’iniziativa promuova l’economia svizzera su diversi mercati promettenti e in crescita. Rispetto alla concorrenza internazionale questo è un vantaggio, specialmente in termini di conoscenze scientifiche. Questo viene dedotto dal fatto che l’iniziativa impegna il Governo federale:
– a indirizzare la ricerca, la consulenza e la formazione agricola, nonché gli aiuti agli investimenti, miratamente a una produzione di alimenti che progressivamente faccia a meno di pesticidi e dell’uso profilattico di antibiotici;
– a aiutare le aziende che producono in modo efficiente e sostenibile partendo dalle proprie risorse.
Ciò porta a maggiori ricerche e sviluppi in direzione di una produzione rispettosa dell’ambiente, di una coltivazione di varietà resistenti e della produzione di alimenti puri e di alta qualità. Questo giova alla buona reputazione dell’agricoltura svizzera e di una Svizzera promotrice della scienza.
Come mai l’iniziativa non regolamenta l’uso di pesticidi nelle zone abitate e nel sistema di viabilità?
La più grande quantità di pesticidi, cioè dal 85 al 90%, viene utilizzata dagli agricoltori. Il resto è utilizzato su strade e linee ferroviarie e nelle aree residenziali. Questi usi non sono sovvenzionati dal Governo federale e quindi non sono al centro dell’iniziativa.
A livello politico, c’è un’evoluzione anche per quanto riguarda l’uso privato dei pesticidi. Nel marzo 2018, la deputata Maya Graf ha presentato una mozione parlamentare che richiede che ai giardinieri privati sia vietato usare pesticidi chimici di sintetici. Si spera che il Parlamento attui questo divieto. Inoltre, il commercio potrebbe già oggi bandire volontariamente tutti i pesticidi dai propri scaffali.
Quanto glifosato usano le ferrovie federali svizzere FFS?
Le FFS si sono prefisse l’obiettivo di rinunciare all’uso del glifosato entro il 2025.
Secondo i dati federali, la quantità di glifosato venduto in Svizzera nel 2016 ammonta a 203,9 tonnellate. Secondo proprie dichiarazioni le FFS consumano ogni anno circa 2-3 tonnellate di glifosato.
Anche residui di prodotti medicinali, plastica e altri microinquinanti da parte di persone e l’industria entrano nell’acqua. Come mai questi inquinanti non sono oggetto dell’iniziativa?
Purtroppo non possiamo risolvere tutti i problemi con un’unica iniziativa. Ma con la nostra iniziativa possiamo provvedere che miliardi di sussidi non siano più investiti in una produzione alimentare che inquina le nostre acque e l’acqua potabile.
L’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) stima che oltre 30.000 sostanze chimiche siano utilizzate dall’industria e dal commercio nell’agricoltura e nei prodotti di consumo.
Nessuno sa quante sostanze chimiche vengano utilizzate oggi in Svizzera. Molte di queste sostanze inquinano i nostri fiumi e laghi. Il Governo federale nel 2016 ha adottato nuove misure e sta dotando i più grandi impianti di depurazione delle acque con un’ulteriore fase di purificazione contro i microinquinanti.
L’agricoltura purtroppo non può essere collegata a nessun impianto di trattamento delle acque. Pertanto, questo investimento di miliardi di franchi non ha alcun effetto su pesticidi, antibiotici e fertilizzanti agricoli. Un motivo in più per tenere d’occhio l’agricoltura. Dopotutto, il contribuente sostiene l’agricoltura svizzera con un ingente importo di 3 miliardi di franchi annualmente.